Nell’ipotesi in cui taluno, casualmente, rinvenga cose che, come gli assegni, le carte di credito o le PostePay, risultino inequivocabilmente riconducibili al legittimo proprietario, è obbligato a restituirle a quest’ultimo (art. 927 c.c.): in caso contrario, infatti, sarà chiamato a rispondere del reato di furto (art. 624 c.p.), poiché l’identificabilità del proprietario fa sì che, pur a fronte del venir meno della relazione materiale fra questi ed il bene, non cessi il potere di fatto che costui ha sulla cosa, che viene meno proprio in ragione della mancata restituzione, la quale si atteggia alla stregua di un vero e proprio spossessamento; gli eventuali, successivi possessori della cosa, che l’abbiano ricevuta da chi l’ha rinvenuta, risponderanno invece di ricettazione (art. 648 c.p.) (Cass. pen., Sez. II, 29 novembre 2021, n. 43887).
Dopo aver conseguito la Laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” nel 2012, l’avvocato Luca Lanzi ha svolto il biennio di praticantato in un prestigioso Studio legale della Capitale, superando l’esame per l’abilitazione all’esercizio della professione forense presso la Corte di Appello di Roma. Iscritto all’Albo degli Avvocati di Roma dal 2015, a soli 27 anni ha iniziato a patrocinare in processi penali di sempre maggior caratura, nel Foro di Roma e su tutto il territorio nazionale.
Avv. Luca Lanzi
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